Casa passiva: come è fatta e perché è conveniente

La prima casa passiva ha ormai più di 30 anni, visto che è stata realizzata nel 1990 a Darmstadt ad opera di Wolfgang Feist, che grazie a questa soluzione trovò un rimedio ai consumi di energia causati dal riscaldamento domestico.

Parliamo più nel dettaglio di case passive con gli esperti di ABC Costruzioni, azienda di riferimento per chi vuole una casa prefabbricata in Friuli. La peculiarità principale di una soluzione di questo tipo consiste nel notevole miglioramento dell’efficienza, dovuto a una ottimizzazione dei sistemi di isolamento e dello scambio termico. A distanza di più di 3 decenni dal debutto di quella novità, oggi la casa passiva presenta caratteristiche tali da rappresentare dei presupposti fondamentali del design sostenibile.

Gli standard stabiliti dalla Passive House Association

La Passive House Association ha definito gli standard che una casa passiva deve rispettare per poter essere classificata come tale. In particolare, è necessario che il consumo totale di energia non superi i 120 kWh all’anno e che la potenza richiesta di riscaldamento non superi i 15 kWh all’anno o sia inferiore ai 10 W per metro quadro di area calpestabile. Occorre, poi, che la potenza di raffreddamento richiesta sia identica o almeno simile alla potenza di riscaldamento, mentre i ricambi di aria non possono essere superiori ai 0.6 all’ora, a una pressione di 50 Pascal, così da prevenire perdite di calore e spifferi. Infine, l’ultima prerogativa è che le aree abitabili devono mantenere temperature costanti fra i 20 e i 25 gradi per non meno del 90% dell’anno.

Il risparmio energetico

Denominata Passivhaus in lingua tedesca, la casa passiva allo stato attuale rappresenta il modello di casa che offre il risparmio energetico più elevato. Si tratta di un contributo molto prezioso per la crescita di un’edilizia sostenibile, e una delle sue caratteristiche più significative va individuata nell’isolamento termico, che si traduce in un risparmio sia di energia che economico molto consistente. Questo obiettivo viene conseguito attraverso un incremento dello spessore del materiale isolante, che nelle abitazioni tradizionali non supera i 10 centimetri mentre nelle case passive può arrivare fino a 30. Inoltre l’isolante viene posizionato in corrispondenza dello strato della parete più esterno, e non nella parte interna come accade di solito.

La forma della casa passiva

Una casa passiva garantisce un isolamento termico ottimale, e quindi un considerevole risparmio in bolletta dovuto alla riduzione della dispersione di calore in inverno, in virtù della sua forma particolare. È chiaro, infatti, che un edificio con un volume compatto è in grado di mantenere il calore in maniera più efficiente rispetto a ciò che riesce a fare un edificio con un volume distribuito o spezzettato. Al tempo stesso, le case passive devono avere una adeguata esposizione al sole, di modo che il calore possa essere assorbito attraverso le pareti più soleggiate, per mezzo di superfici vetrate, magari. D’altro canto, le pareti meno soleggiate e più fredde devono essere coibentate in modo ottimale.

L’efficienza delle finestre

Il sistema di costruzione delle case passive deve essere finalizzato a prevenire i ponti termici, che consistono nelle aree che agevolano il ricambio di aria calda e aria fredda, così da causare in estate il surriscaldamento e in inverno la dispersione di calore. Si parla a tal proposito di isolamento continuo, una realtà che favorisce la riduzione della condensazione, che è la più importante causa dei disagi dovuti all’umidità. Le case passive sono dotate di finestre molto efficienti, che prevengono lo scambio termico, l’umidità e i flussi di aria indesiderati. Le pompe di calore geotermiche o ad aria, poi, regolano e controllano l’atmosfera, usando dei sistemi idraulici per consentire lo scambio di aria fresca e di calore tra fuori e dentro. Il dispendio di energia è minimo.